Il Perù mi stupisce sempre di più. Per la varietà dei paesaggi, dal deserto alla foresta. Per la varietà della cultura e delle civiltà che vi hanno vissuto, dai Moche agli Inca. Per la varietà del cibo: son stato a Lima tre giorni, ho mangiato per una settimana.
Il ceviche mi ha fatto sognare: fino a qualche mese fa nemmeno potevo immaginarlo un piatto di pesce crudo, qui in Perù mangio pescado crudo con succo di lime che neanche un pellicano. Se volete sapere il nome del mio ristorante preferito a Lima: La Mar. Aperto solo a pranzo, perché il pesce fresco non fa mai tardi. La coppa di mango misto a granita dello stesso e spuma di guanabana è l’apice dell’orgasmo culinario che potete provare in questo ristorante.
La costa sotto e sopra Lima è pressapoco desertica. Paracas è affascinante per via delle sue scogliere dorate a picco sull’oceano e per le sue isole Ballestas, popolate da una incredibile varietà di fauna marina, soprattutto alata. Mai visto tanti volatili in vita mia. Credo che alcune parti dell’isola siano composte esclusivamente da accumuli di guano. Insomma, un’isola di merda. Ma dove ho rivisto pinguini e leoni marini, dopo la mia cara Argentina 14 anni fa!
Spostandosi verso nord da Paracas si raggiunge Lima, la capitale di questo splendido paese. Una città grande, a ridosso dell’oceano che le conferisce un clima strano. Spesso una nebbiolina proveniente dal mare avvolge tutto: l’orizzonte marino non è nemmeno percepibile, mare e cielo si fondono in una scala di grigi che se vivi qui rischi la depressione, mentre gli ultimi piani dei condomini scompaiono e mentre io mi scasso il terzo piatto di ceviche, finendo completamente out of budget.
A questo punto la tappa culturale era inevitabile: cibo e cultura si sa, vanno a braccetto. Così con un bus notturno ci dirigiamo verso Trujillo, al nord. Huanchaco è il paesino sull’oceano dove puoi surfare e fare base per le visite agli scavi archeologici della zona. Culture incredibili come quella Moche hanno preceduto quella Inca e sono state di uno splendore forse paragonabile alla cultura dell’antico Egitto. Sapevatelo, anche in Perù ci sono delle piramidi e delle mummie. Ma se vi fermate a Machu Picchu non potrete scoprirle! Sopra tutte le mummie la signora di Cao, una donna potentissima, la seconda governante al mondo dopo Cleopatra, vissuta solo 23 anni ma talmente importante da far seppellire con sé 23 persone vive. Un po’ forte come immagine, ma la cultura e il culto dell’al di là così imponeva a quei tempi.
Ora è tempo di lavare le magliette sintetiche e spolverare gli scarponi che da Torres del Paine son rimasti chiusi nella tasca alla base del mio zaino. Huaraz e le Ande mi aspettano, io aspetto ormai da diversi anni di vedere da vicino le vette della Cordillera Huayhuash e della Cordillera Blanca. Vorrei salire su questo bus notturno senza aspettative, ma sarà molto difficile perché mi sento come Grosso prima del rigore mondiale del 2006. Proverò a pensare ancora un po’ al ceviche, per dire lentamente arrivederci all’oceano e riaprire gli occhi tra le cime innevate più belle del mondo, pronto alle avventure di questa parte finale del mio viaggio:
las cordilleras!
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