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Immagine del redattoreSimo Cocco

Un tesoro dell'umanità: Machu Picchu

Aggiornamento: 20 mag 2023


La nebbia avvolge ogni cosa in un’ atmosfera austera. Le fredde costruzioni in pietra spuntano come gendarmi di guardia: per ora solo l’immaginazione può aiutarmi a pensare cosa stiano proteggendo. Mi trovo a Machu Picchu e come capita spesso, nei luoghi più attesi dei miei viaggi incontro il brutto tempo. Mi è capitato 15 anni fa nel Chalten, due anni fa nel rio Celeste in Costa Rica, in questo viaggio nel base Torres in Torres del Paine.

Ormai in pace con questa sfiga da meteo avverso, inizio il percorso attraverso la cittadella: il Tempio del Sole, la Piazza Sacra, le prigioni. Nelle prigioni ci perdiamo in un dedalo di muri a secco con pietre incastrate talmente bene che si fatica a credere siano opera umana, quando a un certo punto da una feritoia scorgo una vallata verde che si apre al fondo di ripidissime pareti rocciose ricoperte di vegetazione tropicale, fino a pochi istanti prima completamente nascosta.

Qualche timido raggio di sole si fa largo tra le nebbie fitte svelando mano mano il paesaggio che fa da cornice a questa città di pietra e terrazzamenti. È questione di minuti e la mia vista si smarrirà per la bellezza eterna e immensa di questo tesoro inca! Costruita tra due montagne ripide e aspre, come un’isola sospesa, Machu Picchu ammalia e stupisce per la sua bellezza e l’ aura di mistero che la avvolge. Dal fondo valle nessuno potrebbe pensare che esista forma di vita umana in grado di sopravvivere tra questi monti ripidi e inospitali: eppure gli inca ne costruirono una città e lo fecero con pietre e tecniche che oggi richiederebbero enormi sforzi di ingegneria.

La giornata volge al meglio e forse la sfiga è stata sconfitta. Le aspettative son state superate alla grande. Puoi vedere mille foto, sentire centinaia di racconti, vedere documentari, sognarlo ad occhi aperti, ma quando ti trovi a Machu Picchu tutto si annulla e la pelle d’ oca ti parte dalla punta dell’ alluce per arrivare alla nuca. È un luogo magico, unico, di una carica inimmaginabile. Se vi fermate fino al pomeriggio, come ho avuto la fortuna di fare, si recupera un po’ di intimità dalla folla e si gode della fantastica luce calda che colpisce il Huayna Pichu e gioca tra le costruzioni in pietra della cittadella, mentre i lama paciosi pascolano sui terrazzamenti. Una goduria per scattare qualche foto!

Ma la cosa migliore che si può fare è fermarsi qualche minuto ad osservare dall' alto lo spettacolo che il sito offre e ascoltare quello che ci trasmette: sei secoli fa in questo luogo remoto fioriva una civiltà magnifica e grandiosa, che in poco tempo è stata spazzata via dai colonizzatori. Si può sentire nell' aria l' eco dei riti religiosi, la fatica di chi trasportava tonnellate di pietra per costruire templi e abitazioni e la sofferenza per uno scontro con una civiltà diversa che arrogantemente giungeva qui per imporre la propria presunta superiorità. Machu Picchu è stata l' ultima roccaforte della civiltà inca, perchè così lontana e nascosta. Machu Picchu custodisce un tesoro di inestimabile valore, non solo materiale, ma anche morale per l' umanità: che possa aiutarci a non incorrere negli stessi errori, perchè seppur la storia sia ciclica, la volontà umana è in grado di cambiare il corso degli eventi. Per un futuro in cui le diverse civiltà possano provare rispetto reciprocamente.

Llaqtapata.

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